Rapporti umani
Rapporti umani
La vita, di per sé, non ha né significato né senso, per cui sta a noi attribuirne uno. I rapporti umani sono uno strumento prezioso che sublimano e raffinano l’essenza della vita stessa.
È impensabile stare bene con gli altri se prima non sappiamo stare bene con noi stessi. Due sono le costanti della vita: la prima è la morte — abbiamo tutti una data di scadenza; la seconda è che, dalla nascita fino alla morte, saremo in relazioni con noi stessi, volenti o nolenti: siamo all’oscuro del fatto che, quando siamo soli, intratteniamo la relazione più importante di tutte… quella con sé stessi.
Potrebbe sembrare un principio egoista, di una filosofia di vita egoica, ma analizzando ad un livello più profondo, scavalcando quindi le apparenze, possiamo vedere che dietro l’ovvio si cela qualcosa di più.
“Ama il prossimo tuo come te stesso” è un assunto cardine dell’esistenza. Come possiamo arrogarci il diritto di pretendere una vita felice senza nemmeno accettarci?
Il primo passo è la consapevolezza, il secondo l’accettazione. Avendo compiuto questi due passi, potremo realmente iniziare a comprendere il nostro reale valore di esseri umani.
Avere il controllo della propria vita può spaventare. Per quanto possa sembrare folle, vi assicuro che risulti più comodo lasciare il controllo a qualcuno o qualcos’altro, in modo da cercare un colpevole quando poi le cose non andranno.
Nessuno può aiutarti se tu non ti aiuti tu per primo, dato che “puoi condurre il cavallo all’acqua, ma non puoi costringerlo a bere”.
Nella psicologia adleriana, uno dei capisaldi riguarda il ruolo delle relazioni sociali. Per Adler, queste concorrono allo sviluppo dell’individuo. Voglio portare un’evidenza scientifica a riguardo: esiste una branca della psicologia chiamata “Psicologia Sociale”, in cui si studia come la presenza reale o immaginaria di persone vada ad influenzare il nostro modo di pensare, di rapportarci con gli altri e di percepire il mondo.
Le viviamo ogni giorno e non possiamo fuggire da queste in alcun modo.
Si dice che siamo la media delle 5 persone che frequentiamo maggiormente. Io dissento parzialmente da questa affermazione: non ho idea se sia vero o meno, però le relazioni quotidiane in cui ci troviamo ci influenzano più di quanto crediamo; altrimenti, l’individuo non sarebbe tale se non fosse immerso in un contesto sociale.
Nella società odierna, il contesto sociale fisico è stato affiancato da quello digitale. Siamo iper-collegati, conosciamo tutto degli altri (o meglio, crediamo di saperlo), ma di fatto non sappiamo come stiano; ci limitiamo a guardare dalla finestra le vite altrui. Instagram è la finestra per antonomasia, ma non chiediamo il permesso di entrare tramite l’uscio.
Il segreto per avere relazioni significative è quello di essere autentici con noi stessi, per poterlo essere poi con gli altri.
Facendo questo, torneremo ad essere connessi; ci spoglieremo della meccanicità del mero collegamento, per dare spazio alla vera connessione.
Solo così riusciremo ad avere una vita significativa. Altrimenti, anche avendo la vita più appagante e intrigante del mondo, se non avrò nessuno a guardarci, tutto ciò sarà fine a se stesso: quel che penso, dico e faccio assume maggiore rilevanza perché produce un dato effetto su chi ascolta e/o osserva.
Siamo un ingranaggio del sistema: se funzioniamo in maniera ottimale, andremo a contribuire e migliorare il funzionamento generale.
Le relazioni prenderanno il valore che noi andremo ad attribuire.
Consapevolezza ed intenzionalità.
Partecipazione e presenza.
Coinvolgimento ed interesse.
Alcuni ingredienti che servono per la preparazione di Eccellenti Rapporti Umani.
E.R.U.
Ora li avete.
Starà a voi predisporre ed ordinare la ricetta.
Un Abbraccio
Un Relatore Interpersonale
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